La giornata si apre con una scenetta da “Mondo dei Robot” di Crichton: la macchinetta – nella fattispecie il navigatore Tomtom – nel suo piccolo decide di ribellarsi allo strapotere umano e ignora volutamente la linea piu’ breve di congiunzione tra due punti per farci percorrere, a propria discrezione, una quarantina di chilometri inutili su sterrato, tra lavori in corso in piena campagna.
In queste situazioni, Teto comunque gode e sottolinea sempre quanto la tecnologia sia fallace. Ma l’incazzatura resta.
Siamo infine approdati alla celeberrima “Strada Atlantica“, uno dei percorsi piu’ affascinanti del mondo (nonché uno dei più pericolosi, quando il mare è agitato): otto chilometri di pura libidine, a cavallo tra oceano e fiordi. L’abbiamo percorsa tre volte avanti e indietro, come i bambini di fronte a una scala mobile particolarmente inclinata.
Inevitabile notare come la Norvegia sia riuscita a creare una simbiosi perfetta tra infrastrutture umane e contesto naturale: ponti e tunnel, entrambi arditi, si inseriscono perfettamente nell’ecosistema senza “violentare” mare e roccia, ma accostandosene e valorizzandoli ulteriormente. I tunnel, alla stregua dei ponti, scendono di decine, centinaia di metri creando una sensazione di straniamento – a volte un po’ inquietante – dovuta all’inedita (per noi) pendenza.
Pranzo all’insegna della leggerezza, con wurstel di pollo sostenuto da “purea E patate”: non “purea DI patate”… ma proprio “purea su letto di patate fritte“, accostamento degno del settore edile, area malta o calcestruzzo.
Domani si punta a nord (!), verso i primi lembi del Circolo Polare Artico.